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La mafia esiste?

Nell’immediato dopo guerra la Sicilia vive anni turbolenti a causa della questione agraria sulla proprietà dei terreni. È proprio in questo periodo che l’organizzazione mafiosa Cosa Nostra muove i primi passi per insediarsi nella società.

1947: esponenti mafiosi sparano su una folla di contadini che rivendicavano la loro proprietà.

All’inizio degli anni ’50 la mafia inizia a muoversi verso la città ed i grandi appalti pubblici per la costruzione di edifici ed infrastrutture rappresentano un occasione di business per Cosa Nostra. Palermo diventa il centro della speculazione edilizia e negli anni a venire seguono attacchi violenti e spietati da parte delle organizzazioni mafiose.

Gli attentati vengono sottovalutati e lo Stato reagisce solo davanti ai fatti compiuti, nel 1963 ci fu un primo tentativo di opposizione alla mafia con la nascita della Commissione Parlamentare Antimafia. Nonostante questo le condanne furono lievi o totalmente inesistenti: ottenere prove giudiziarie era complesso perché non c’erano testimoni e prove. Il popolo non parlava, aveva paura.

Seguiranno anni di silenzio alternati ad attentati.

Le prime lotte contro la mafia

Negli anni ’80 gli attentati aumentano e lo Stato italiano inizia una lotta contro Cosa Nostra che si concluderà in una delle più grandi tragedie storiche del nostro paese.

Il 13 settembre 1892 viene introdotta la legge Rognoni-La Torre che introdusse per la prima volta nel codice penale il reato di associazione di tipo mafioso.

Pool antimafia e Maxiprocesso

Negli anni ’80 viene istituito un pool antimafia: un gruppo di magistrati impegnati nella lotta contro la mafia a Palermo. Di questo gruppo facevano parte Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello.

Nel 1984 cadono i rappresentanti di Cosa Nostra e lo Stato sembra aver finalmente vinto la sua battaglia.

Falcone e Borsellino vengono portati sull’isola di Asinara per concludere l’ordinanza del rinvio a giudizio del Maxiprocesso.

Le condanne

Nessuno credeva che il Maxiprocesso si sarebbe tenuto: nel 1986, invece, si dimostra la presenza di un comando strategico dei fatti criminali. Ci furono 349 udienze, 16 sentenze e 346 condanne.

Strage di Capaci

Il Maxiprocesso non segna la fine di Cosa Nostra che negli anni ’90 si scatena con ferocia contro lo Stato italiano. Il 19 luglio 1992 in via D’Amelio Paolo Borsellino viene ucciso insieme alla sua scorta.

23 maggio 1992, ci troviamo sull’autostrada A29 nei pressi di Capaci, la macchina di Giovanni Falcone viene fatta esplodere da 500kg di tritolo. Insieme a lui la scorta e la moglie.

Sono giorni difficili per lo Stato italiano che vede le vite, di due dei più grandi esponenti della lotta contro la mafia, spezzarsi sotto la crudeltà di Cosa Nostra.

Perché è importante ricordare

Pietro Grasso, amico di Falcone e Borsellino e giudice del Maxiprocesso parla ai giovani di oggi e sottolinea come la lezione più grande da imparare da questa tragedia sia: “Mai abbattersi!”.

Conclude il suo discorso così: “Vedo nei giovani l’unica grande, concreta possibilità di riscatto, abbiamo bisogno dell’antimafia e della speranza”.