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Il linguaggio scientifico garantisce una maggiore comprensione delle informazioni e un approccio meno complesso allo svolgimento di test ed esami 🫠
Tra le terminologie più utilizzate figura soluzione satura, ma cosa significa e quali sono le applicazioni pratiche nella quotidianità?

La chimica studia la composizione, la struttura e le proprietà della materia, così come le varie reazioni e interazioni tra sostanze diverse.

Il concetto di soluzione satura è strettamente legato alla solubilità delle sostanze in specifici solventi e alla dinamica dell’equilibrio chimico.

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Nei prossimi scroll esamineremo più da vicino questo insieme di termini cercando di comprenderne le regole e gli utilizzi nella vita di tutti i giorni.

Soluzione satura: cosa significa

Affinché si possa comprendere al meglio il significato di soluzione satura è indispensabile darne una definizione. Tale espressione è fondamentale nell’ambito della chimica e della scienza dei materiali.

Essa identifica una soluzione in cui la quantità di soluto, cioè la sostanza sciolta, è massima e non può essere ulteriormente diluita a una specifica temperatura e pressione.

Quando aggiungi più soluto a una soluzione satura, non verrà dissolto completamente, ma resterà nella sua forma solida sul fondo del contenitore.

Per esempio, immagina un bicchiere pieno d’acqua nel quale desideri mescolare lo zucchero.
Sebbene inizialmente l’elemento verrà sciolto completamente a quantità ridotte, se aggiungi una quantità eccessiva lo zucchero rimarrà sul fondo del bicchiere poiché l’acqua non riuscirà a dissolverlo completamente.

Ciò si traduce in una soluzione satura di zucchero in acqua 🦦

Soluzione Satura: come si forma

Affinché si possa formare una soluzione satura devono presentarsi alcuni fattori, tra cui incidono notevolmente temperatura e pressione.

Per creare una soluzione satura non devi fare altro che procurarti:

  • Un soluto, cioè la sostanza che desideri sciogliere 🫠
  • Un solvente, cioè la sostanza nella quale desideri immergere il soluto.

Per esempio, puoi utilizzare il sale come soluto e l’acqua come solvente per formare una soluzione salina.

Per crearla devi aggiungere gradualmente il soluto al solvente, mescolando lentamente. Nelle fasi iniziali noterai che il sale si scioglierà rapidamente poiché ha spazio sufficiente tra le molecole di acqua.

Dopo la fase di miscelazione dovrai raggiungere la saturazione, per farlo continua ad aggiungere soluto fin quando il solvente non potrà più accogliere altre molecole.
Come puoi dedurre, a questo punto hai creato una soluzione satura poiché il solvente non riesce più a sciogliere il soluto.

Tale processo può avvenire per qualsiasi tipologia di soluto e solvente, anche se in alcuni casi, come i solventi apolari, il discorso è molto più ampio e complesso.

Considerando l’esperimento appena concluso puoi verificare con i tuoi occhi l’equilibri dinamico tra il soluto che precipita e quello che si scioglie.

Da un punto di vista chimico ciò si traduce nel fatto che alcune molecole di soluto vengono dissolte mentre altre tendono a depositarsi sul fondo del bicchiere.

Soluzioni sature nella quotidianità

Creare in laboratorio una soluzione satura è estremamente facile, ti servirà un soluto, un solvente e raggiungere il punto di saturazione dopo pochi minuti di miscelazione.

Ovviamente tra poco cercheremo di capire anche le leggi matematiche che regolano la saturazione delle soluzioni, ma prima vediamo alcuni esempi nella quotidianità di tale fenomeno.

Come abbiamo appena visto, tra gli esempi più semplici figura la soluzione satura di sale in acqua.

Tuttavia, la soluzione di zucchero nel tè (o del caffè ☕️) è leggermente più interessante perché quando aggiungi lo zucchero alla tua bevanda prefe puoi raggiungere un punto in cui l’elemento non si scioglie, creando di fatto una soluzione satura di zucchero.

In questo caso specifico entra in gioco anche la temperatura che velocizza la prima fase di scioglimento grazie all’energia cinetica 🌡

Un’altra soluzione satura che puoi sperimentare anche tra le mura di casa figura l’acido citrico nei dolci. Tantissime volte questo acido viene utilizzato nei dolci per dare un sapore aspro.
Aggiungendo una quantità eccessiva puoi creare una soluzione satura, evidenziando anche la formazioni di cristalli.

Oltre alla formazione di soluzioni sature comuni si possono identificare soluzioni di questo tipo anche nell’ambito farmacologico 💊

Blister di farmaci su sfondo giallo.

Infatti, molti farmaci sono formulati come soluzioni sature al fine di garantire una specifica dose di principio attivo.
Ogni medicinale ne necessita una quantità definita, che può essere raggiunta grazie a una saturazione controllata.

Anche la saturazione dell’aria è molto interessante da studiare, infatti, l’aria può diventare satura con vapore acqueo.
Nel momento in cui si raggiunge il punto in cui non può contenere l’umidità, l’aria genera condensa e le conseguenti gocce d’acqua 🌧

Legge di Henry: le regole matematiche da imparare

Oltre a un approfondimento puramente sperimentale puoi approcciarti alle soluzioni sature imparando le equazioni fondamentali.

Come abbiamo già evidenziato in precedenza, una soluzione satura non è altro che una soluzione in cui la quantità di soluto è massima, ciò si traduce in un’espressione matematica.

Tra gli argomenti più importanti per lo studio delle soluzioni sature figura la legge di Henry, cioè una relazione matematica tra la solubilità di un determinato gas in un liquido e la pressione parziale del gas.

La formula espressa è

C = k⋅P

Dove:

  • C rappresenta la concentrazione del gas disciolto nella soluzione 💨
  • k è una costante di proporzionalità 🔢
  • P identifica la pressione parziale del gas sopra la soluzione 📊

Grazie alla legge di Henry si può comprendere come la solubilità di un gas in un liquido cambi con una differente pressione.

Infatti in una soluzione satura la concentrazione del gas preso in esame raggiunge il suo picco massimo, ciò vuol dire che k diventa un valore costante per una specifica temperatura e un determinato soluto ⚗️

Equilibrio chimico, solubilità, concentrazione

Oltre alla legge di Henry, è utile ripassare anche l’equilibrio chimico.
Esso è ottenuto quando bilanciamo il soluto che precipita e il soluto che si scioglie, può essere scritto matematicamente utilizzando le costanti di equilibrio k.

Un altro tema su cui focalizzarsi è la solubilità, infatti, puoi esprimere questo valore come la quantità massima di soluto che può essere sciolta in una specifica quantità di solvente a una data temperatura 🌡

Fortunatamente tale processo è rappresentato come una costante e non necessita di calcoli particolari.

La concentrazione, in una soluzione satura, come puoi immaginare raggiunge il suo valore massimo. Tale condizione può essere espressa in diverse unità di misura.

In base alla tipologia di soluzione dovrai usare moli per litro, grammi per litro o altre unità di misura. Affinché tu possa calcolare la concentrazione in una soluzione satura potresti applicare la formula:

C = V/m

Nello specifico:

  • C identifica la concentrazione 🧪
  • m la massa del soluto ⚗️
  • V il volume del solvente 🧫

Analizzando una soluzione satura, la concentrazione di solito è massima perché la concentrazione del soluto è al suo valore massimo possibile per quella data temperatura e pressione.

Se provi ad aggiungere più soluto, esso non si dissolverà e rimarrà separato dalla soluzione.

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